Buon 25 aprile.
A chi ha combattuto.
A chi ricorda.
A chi oggi è libero.
A chi non capisce, ma ha il coraggio di ascoltare

Il 25 aprile è una promessa:
che l’Italia non tornerà mai a scegliere la strada sbagliata.

Essere uno Stato vuol dire riconoscere le proprie radici.
Anche quando sono dolorose.
Anche quando obbligano a scegliere da che parte stare.

È un giorno che non dovrebbe dividere, e invece spesso lo fa.
Non per colpa della Storia, ma per chi la guarda con fastidio o sospetto.
E chi guida un Paese ha il dovere di onorare la Storia condivisa,
non di renderla fragile per tornaconto o ideologia.

Il governo ha invitato a una celebrazione “sobria”.
Ma il 25 aprile è già sobrio per sua natura:
ricorda il dolore, la lotta, i caduti per la libertà.
Non si celebra con fuochi d’artificio,
si celebra con la coscienza e la gratitudine.

L’onesta reazione di Balotelli che al Nizza non è che avesse propriamente legato con Vieira

Come no oh
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