Non fidatevi dell'opinione dei cinici, saputi e fintamente saggi che cercano di spiegarvi che il rispetto della vita umana è meno importante del pragmatismo, del realismo politico, del buon senso.

Chi lo dice, a voler essere buoni, è un bugiardo, a voler essere realisti è un pover'uomo.

3) il valore della vita di ciascuno di noi non è superiore al valore della vita di chiunque altro, e partizioni delle collettività umane come la nazione, la religione o l'appartenenza politica non possono mai accrescere il valore dell'esistenza degli uni a detrimento di quella degli altri.

2) il valore di ogni singola vita umana è infinito e superiore a qualsiasi altro valore politico, economico o di sicurezza e non esiste ragion di stato sufficiente a superare l'importanza di proteggere la vita di ciascun essere umano, chiunque egli sia, da ovunque egli provenga;

1) tutti gli uomini sono creati uguali, tutti hanno la stessa dignità, indipendentemente da luogo di nascita, discendenza, razza, religione, colore della pelle, ceto sociale;

Ma sempre meno del centrosinistra italiano, che nel Paese con la pressione fiscale più alta dai tempi della Russia di Lenin, pensa di candidare come leader politico l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Questa roba qua è "la gente".
Questi sono i loro sentimenti.
Queste continueranno ad essere le loro reazioni se la politica continua a inseguirne i desideri.

E questo nichilismo insensato è promosso come un valore, tanto da condannare chi non lo condivide come "incapace di capire la gente".

l'allungamento generalizzato dell'aspettativa di vita oltre i 70 anni, la possibilità di dedicare i 2/3 della nostra giornata al riposo invece che, come accadeva fino agli anni 50, al lavoro.

Lo stesso sentimento, il 6 gennaio 2021, portò ai fatti di Capitol Hill, lo stesso sentimento ha generato i no vax, lo stesso sentimento ci porta a discutere e screditare il sistema democratico-capitalista che ha consentito la prosperità di 7 miliardi di esseri umani,

"Big Pharma", "la finanza internazionale", "la sostituzione etnica", sono tutti slogan che hanno lo stesso sostrato: lo scetticismo verso la legge e verso la capacità della collettività di promuovere la convivenza secondo criteri di libertà e giustizia.

A mio parere questo è il sintomo del continuo e insistito screditamento della democrazia liberale.

L'assassino ha scelto una sua propria morale, sostituendola a quella collettiva dello stato di diritto, perché, evidentemente, non crede che le istituzioni possano promuovere la giustizia.

Dovremmo interrogarci sul significato di questo e chiederci a che punto è arrivata la nostra cultura della convivenza, se alla moralità del rispetto della legge si sostituisce la violenza, anche nella testa di chi ha una cultura superiore e tutti gli elementi per discernere il bene dal male.

E dalle prime notizie sembra aver pianificato ed eseguito l'omicidio perché "era una cosa che andava fatta".