Quel messaggio introduce il Golden Record che contiene tracce audio in 55 lingue diverse

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I camionisti sono parte del sistema, spesso ne sono complici, ma non sono il sistema. Il sistema contro cui lottiamo è il sistema autocentrico, che ha fatto finora tra i 60 e gli 80 milioni di morti nel mondo: più che la seconda guerra mondiale

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ma basti quello di tre giorni fa a Bologna dove tre autisti sono stati sospesi con effetto immediato per non aver caricato sul furgone alcuni pacchi definiti "over", ossia di volume e peso superiore, che avrebbero potuto compromettere la sicurezza del trasporto.

Il secondo è un aspetto sociale e politico.
I camionisti sono quasi sempre lavoratori, spesso sfruttati, che operano in condizioni non tanto dissimili da quelle dei rider.
Sono sottoposti a pressioni a cui è difficile resistere: gli esempi potrebbero essere infiniti

Le persone a piedi devono sempre stare in cima alla piramide della priorità e della protezione dello spazio pubblico. Questo discorso vale soprattutto nel contesto urbano dove questi mezzi dovrebbero entrare meno possibile e solo con sensori e con la formazione obbligatoria dei conducenti.

In momenti come questi dobbiamo saper tenere insieme due aspetti.
Il primo è un principio fisico.
Quando ci troviamo alla guida di un mezzo pesante abbiamo una responsabilità maggiore di chi si trova alla guida di un mezzo più leggero o di nessun mezzo.

Erano camionisti i lavoratori che avevano segnalato le precarie condizioni di sicurezza dell'impianto, rischiando il posto di lavoro
Così come era un camionista il ragazzo di 24 anni che ieri ha ucciso Rocio Espinoza Romero ed è scappato, senza fermarsi.

Era un camionista Petre Giurma, morto nell’incendio della cabina del camion in via Toffetti a Milano, la sera dell'Immacolata
Erano camionisti Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso e Davide Baronti, tre dei cinque morti della strage di Calenzano, gli altri due erano manutentori, che guidavano camion

sì, ma nel 2014 in Emilia Romagna votò il 37,71%

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