E qua una playlist con 10 versioni, dal "Judas!" a Jimi Hendrix, a Cat Power, i Rolling Stones e gli Articolo 31 open.spotify.com/playlist/6gP...

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Esce troppa musica. Ho perso il conto: questa settimana 8 album italiani in uscita - due di artisti sanremesi (il Festival quest’anno non finisce mai…). Poi le conferenze stampa (9 in 5 giorni) singoli tour ristampe. È impossibile ascoltare comunicare o raccontare tutta la musica che gira intorno.

Così il regalo di compleanno che mi sono fatto è stato passare mezz’ora su zoom con un artista che ha definito un genere, il rock chitarristico indipendente, dedicando un po’ di tempo ad un’intervista-playlist. È anche uno dei miei preferiti da decenni: Bob Mould.

(ero in collegamento dalla sala stampa di Sanremo: l'otite non aveva ancora preso il sopravvento, ma avevo già la voce nasale alla Bob Dylan. Sì, mi piacerebbe...) https://buff.ly/3Xbh9Ky

Spero in un Festival con un po’ meno trionfalismo, un po’ meno canzoni e con qualche idea (musicale e televisiva) in più. Con ogni probabilità sarà la copia conforme di questo - ma in mancanza di buone canzoni, di una struttura narrativa solida intrattenimento di livello rimarrà un’occasione persa.

“Appena percepisco questa bolla, cerco di sgonfiarla, non è solo hype”, ci ha detto Olly: un ragazzo con un atteggiamento sano che bisognerebbe estendere al Festival.

Parlando con amici addetti ai lavori in questa settimana ci siamo detti: “Bello, ma tutto troppo”. Sanremo rimane un evento fondamentale per l’industria, da guardare e da studiare. Ma forse sta sfuggendo di mano.

Un livello delle canzoni scarso: ballate che sembravano uscite da un festival di anni fa, diverse, canzoni fatte soprattutto per lo “storytelling”. Va bene, la musica e l’industria sono fatte anche di questo, ma vanno prese per quello che sono.

L’unica cosa che è diminuita quest’anno è la lunghezza delle serate. Per il resto siamo tornati indietro: nessuna donna in top 5, musicalmente Conti fa sembrare Amadeus un rivoluzionario e il momento televisivamente più bello è stato il duetto tra Lucio Corsi e Topo Gigio.

Tutti vogliono un pezzo di Sanremo: cantanti, brand, giornalisti, creator vengono qui per portarsi a casa posizionamento, classifiche, meme, storytelling. Nell’ultimo decennio il Festival è diventato un contenitore così grosso e forte da far funzionare qualunque contenuto.

Per il resto un Sanremo prevedibile: sempre più canzoni, più spettacolo, più eventi “diffusi”: la città imballata, una gigantesca bolla in cui si vive in un altro fuso orario e allo stesso tempo una sorta di specchio del paese.