sono organismi vivi che possono essere contenuti in alcuni alimenti: yogurt, kefir etc oppure isolati in flaconcini

Insomma è ovvio che la salute del nostro microbiota intestinale influenza drammaticamente la nostra
Ora la domanda è: "come mi prendo cura del microbiota?"
Dieta principalmente vegetale, moltissime fibre, probiotici, attività fisica evitando cibi ultraprocessati e alcolici
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7. ARTRITE REUMATOIDE
La presenza di disbiosi intestinale può contribuire alla disfunzione immunitaria caratteristica dell'AR, rendendo la modulazione del microbiota intestinale un potenziale approccio terapeutico
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pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC...

6. SENSIBILITA' ALL'IMMUNOTERAPIA
Un particolare tipo di batterio potrebbe rendere sensibili le cellule tumorali ad alcuni trattamenti immunoterapici.
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cell.com/cancer-cell/...

5. RESISTENZA ALLA CHEMIOTERAPIA
Alcune specie di batteri intestinali producono una sostanza che rende le cellule tumorali resistenti ad alcuni tipi di chemioterapia.
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linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii...

4. DIAGNOSI MALATTIE INTESTINALI
Il microbiota intestinale di chi soffre di infiammazione cronica intestinale ha una firma microbica caratteristica. Recentemente è stato possibile diagnosticare lBD solo grazie ad un test del microbiota
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nature.com/articles/s41...

3. SALUTE MENTALE
Si ritiene che l'asse cervello-intestino-microbiota abbia un impatto bidirezionale sulla depressione. Alcuni stati depressivi sono trattabili con l'uso di prebiotici e probiotici specifici.

www.thelancet.com/journals/ebi...
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2. ALZHEIMER
Le disfunzioni del microbiota intestinale sono coinvolte nelle fasi iniziali della malattia di Alzheimer, accelerando l'immunosenescenza, lo stress ossidativo, la secrezione di citochine e la neuroinfiammazione
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pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC....

1. OBESITA'
Alterazioni del microbiota sono tipiche nei soggetti obesi e recenti studi dimostrano che esiste un associazione causale, infatti trapiantando microbiota di topi obesi in topi magri li si rende obesi.
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nature.com/articles/s41...

il più liberale dei liberali!

La buona notizia? Capire come funziona questa memoria potrebbe aiutarci a trovare nuove strategie per combattere il recupero del peso e gestire meglio l’obesità sul lungo termine.
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Dopo un dimagrimento significativo, le nostre cellule conservano tracce epigenetiche – modifiche chimiche che regolano l’attività dei geni – che “ricordano” lo stato di obesità e spingono il corpo a tornare rapidamente al peso precedente.

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Un nuovo studio pubblicato su Nature svela un meccanismo chiave dietro questo fenomeno: la presenza di una “memoria obesogenica” nel nostro tessuto adiposo.
In pratica i nostri adipociti si ricordano di quando erano grassi!

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www.nature.com/articles/s41...

La spiegazione è evoluzionistica: in 300.000 anni di storia sulla Terra, l’essere umano ha sempre avuto bisogno di accumulare riserve di grasso per sopravvivere, mai di perderle.
Quindi in realtà il nostro organismo è estremante efficiente

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